Schio Tempo Presente 2025-2026
Dicembre 2025
gio11dic21:00La più grande tragedia dell'umanitàMalmadurTeatro Civico21:00(GMT+00:00)
Informazioni
Teatro Civico MALMADUR La più grande tragedia dell’umanità drammaturgia Jacopo Giacomoni regia Jacopo Giacomoni e Gaia Bautista performer Jacopo Giacomoni e Yoko Yamada assistente alla regia Marco Tonino costumi in
Informazioni
Teatro Civico
MALMADUR
La più grande tragedia dell’umanità
drammaturgia Jacopo Giacomoni
regia Jacopo Giacomoni e Gaia Bautista
performer Jacopo Giacomoni e Yoko Yamada
assistente alla regia Marco Tonino
costumi in collaborazione con Angie Power
produzione Malmadur e Evoè!Teatro
partner Teatro Stabile di Bolzano, Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento
con il contributo di Fondazione CARITRO
testo finale di NdN-Network drammaturgia Nuova 2020
progetto vincitore HUMUS 2024 – Artisti nei Territori – IAC Matera
Durata: 1 ora senza intervallo
Schio Tempo Presente, la rassegna dedicata alle nuove drammaturgie e alle tematiche sociali, inaugura la seconda edizione con il ritorno a Schio di Malmadur, compagnia in residenza al Teatro Civico nel 2021. Ritorna con due serate non convenzionali per affrontare insieme la complessità del presente. Il pubblico, attraverso un dispositivo scenico partecipato, sarà chiamato ad eleggere la più grande tragedia dell’umanità. Si parte dalla perdita di un cellulare, dalla nascita di Facebook, per arrivare ad un’epidemia, un genocidio, un paragone tra una strage vicina e una lontana, tra una recente e una passata. La tragedia che riceve più voti rimane in gioco, mentre l’altra viene scartata. Questo meccanismo si ripete, confrontando la tragedia vincente con una nuova, fino a determinare, in un processo a eliminazione, quale sia “la più grande tragedia dell’umanità”. Le tematiche principali affrontate sono la spettacolarizzazione del dolore, che viviamo quotidianamente sui media e sui social network, e la rappresentabilità del tragico, esplorando come la percezione del dolore possa cambiare a seconda dei mezzi utilizzati per rappresentarlo.
Intelligente, graffiante, ma autenticamente popolare, La più grande tragedia dell’umanità fa i conti con il lato oscuro della polarizzazione del pensiero grazie a elementi di emotività, e alla sua spettacolarizzazione.
Graziano Graziani – scrittore e critico teatrale
Malmadur
Malmadur nasce nel 2013 con LEAR / Del conflitto generazionale, vincitore del Premio OFF del Teatro Stabile de Veneto. Malmadur in friulano, trentino e veneziano antico significa “acerbo, immaturo”, a sottolineare l’approccio di continua ricerca. Un teatro fondato su un lavoro lento, multidisciplinare e collettivo, che cerca il rapporto diretto col pubblico, l’ironia e la messa in crisi delle certezze. Il loro linguaggio guarda al teatro contemporaneo europeo. A Schio hanno portato in scena nel 2021 Homo Ludens e Bildung. In qualità di drammaturgo, Jacopo Giacomoni, è tra i vincitori del bando Biennale College Teatro 2024/2025 per Autori Under 40.
Biglietti
Unico 14€
Orario
11 Dicembre 2025 21:00(GMT+00:00)
ven12dic21:00La più grande tragedia dell'umanitàMalmadurTeatro Civico21:00(GMT+00:00)
Informazioni
Teatro Civico REPLICA FUORI ABBONAMENTO MALMADUR La più grande tragedia dell’umanità drammaturgia Jacopo Giacomoni regia Jacopo Giacomoni e Gaia Bautista performer Jacopo Giacomoni e Yoko Yamada assistente alla regia Marco
Informazioni
Teatro Civico
REPLICA FUORI ABBONAMENTO
MALMADUR
La più grande tragedia dell’umanità
drammaturgia Jacopo Giacomoni
regia Jacopo Giacomoni e Gaia Bautista
performer Jacopo Giacomoni e Yoko Yamada
assistente alla regia Marco Tonino
costumi in collaborazione con Angie Power
produzione Malmadur e Evoè!Teatro
partner Teatro Stabile di Bolzano, Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento
con il contributo di Fondazione CARITRO
testo finale di NdN-Network drammaturgia Nuova 2020
progetto vincitore HUMUS 2024 – Artisti nei Territori – IAC Matera
Durata: 1 ora senza intervallo
Schio Tempo Presente, la rassegna dedicata alle nuove drammaturgie e alle tematiche sociali, inaugura la seconda edizione con il ritorno a Schio di Malmadur, compagnia in residenza al Teatro Civico nel 2021. Ritorna con due serate non convenzionali per affrontare insieme la complessità del presente. Il pubblico, attraverso un dispositivo scenico partecipato, sarà chiamato ad eleggere la più grande tragedia dell’umanità. Si parte dalla perdita di un cellulare, dalla nascita di Facebook, per arrivare ad un’epidemia, un genocidio, un paragone tra una strage vicina e una lontana, tra una recente e una passata. La tragedia che riceve più voti rimane in gioco, mentre l’altra viene scartata. Questo meccanismo si ripete, confrontando la tragedia vincente con una nuova, fino a determinare, in un processo a eliminazione, quale sia “la più grande tragedia dell’umanità”. Le tematiche principali affrontate sono la spettacolarizzazione del dolore, che viviamo quotidianamente sui media e sui social network, e la rappresentabilità del tragico, esplorando come la percezione del dolore possa cambiare a seconda dei mezzi utilizzati per rappresentarlo.
Intelligente, graffiante, ma autenticamente popolare, La più grande tragedia dell’umanità fa i conti con il lato oscuro della polarizzazione del pensiero grazie a elementi di emotività, e alla sua spettacolarizzazione.
Graziano Graziani – scrittore e critico teatrale
Malmadur
Malmadur nasce nel 2013 con LEAR / Del conflitto generazionale, vincitore del Premio OFF del Teatro Stabile de Veneto. Malmadur in friulano, trentino e veneziano antico significa “acerbo, immaturo”, a sottolineare l’approccio di continua ricerca. Un teatro fondato su un lavoro lento, multidisciplinare e collettivo, che cerca il rapporto diretto col pubblico, l’ironia e la messa in crisi delle certezze. Il loro linguaggio guarda al teatro contemporaneo europeo. A Schio hanno portato in scena nel 2021 Homo Ludens e Bildung. In qualità di drammaturgo, Jacopo Giacomoni, è tra i vincitori del bando Biennale College Teatro 2024/2025 per Autori Under 40.
Biglietti
Unico 14€
Orario
12 Dicembre 2025 21:00(GMT+00:00)
Gennaio 2026
ven30gen21:00In fondo al buioGIANCARLO PREVIATI, GIULIA BRIATATeatro Civico21:00(GMT+01:00)
Informazioni
Teatro Civico GIANCARLO PREVIATI, GIULIA BRIATA In fondo al buio Morire innocenti di mafia in Veneto. Storia di Matteo Toffanin drammaturgia e regia Michele Angrisani con Giancarlo Previati
Informazioni
Teatro Civico
GIANCARLO PREVIATI, GIULIA BRIATA
In fondo al buio
Morire innocenti di mafia in Veneto. Storia di Matteo Toffanin
drammaturgia e regia Michele Angrisani
con Giancarlo Previati e Giulia Briata
progetto scenico Antonio Panzuto
luci Paolo Pollo Rodighiero
musiche Sergio Marchesini
fonico Giuseppe Nanni
costumi Gabriele Coletti
assistente alla scenografia Sofia Rampon
assistente alla regia Sara Corsini
foto di scena Serena Pea
spettacolo in collaborazione con il TSV – Teatro Nazionale e vincitore del premio di produzione, selezionato tra le proposte della rassegna “AngolAzioni 2024. Scorci dalla scena padovana”, promossa
dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova
Durata: 90 minuti senza intervallo
Una storia che racconta un atroce scambio di persona: si può morire innocenti di mafia, in Veneto.
Domenica 3 maggio 1992. Padova, quartiere Guizza. Due ragazzi, poco più che ventenni: Matteo Toffanin e Cristina Marcadella tornano da una giornata al mare. In via Tassoni, però, ad attenderli c’era il buio. Il buio della violenza mafiosa che costa la vita a Matteo, a soli 23 anni. Stessa macchina, stesso modello, stesso colore, una targa molto simile. Una Mercedes bianca per trascorrere quella giornata al mare, prestata da Luigi, lo zio di Matteo.
La stessa notte, trent’anni dopo. Ci sono due solitudini sul palco. Ci sono Cristina e Luigi a rivivere il lungo percorso di dolore da quella domenica di maggio. Ciascuno nel luogo più adatto per vedere cosa c’è, davvero, in fondo al buio. La cristallizzazione del dolore e il coraggio della solitudine. Cristina e Luigi dialogano senza parlarsi in un continuo scambio di parole ed emozioni che dura lo spazio di una notte.
La drammaturgia e la messa in scena, a partire da un lavoro di ricerca su documenti giudiziari e interviste orali, rappresentano i fatti accaduti, prima e dopo il buio. Una storia che parla a tutti noi, perché tutti noi potevamo e possiamo essere loro.
Michele Angrisani
Ha scritto e diretto cortometraggi di fiction e documentari di inchiesta sociale, arte e storia. Tra i suoi lavori Maledettamente Nordest con la partecipazione dello scrittore Massimo Carlotto; È andata così sulla storia della ex Saimp, fabbrica simbolo della storia industriale di Padova; L’intruglio dedicato al pittore Renzo Bussotti; Il castello imprigionato sull’ex carcere padovano di Piazza Castello. Ha collaborato con Carlo Mazzacurati e nel 2014 è stato regista e autore della drammaturgia dello spettacolo Statale, liberamente ispirato al romanzo Il ponte di Vitaliano Trevisan. Fa parte di LabOr (Laboratorio di Storia Orale) dell’Università di Padova con cui si occupa di progetti di ricerca nazionali ed internazionali.
Biglietti
Platea e palchi I ordine: Unico €14
Galleria, palchi II ordine e loggione: Unico €12
Orario
30 Gennaio 2026 21:00(GMT+01:00)
Marzo 2026
Informazioni
Teatro Civico LORENZO MARAGONI E NICCOLÒ FETTARAPPA Solo quando lavoro sono felice di e con Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa residenza produttiva Carrozzerie | n.o.t produzione La Corte Ospitale con
Informazioni
Teatro Civico
LORENZO MARAGONI E
NICCOLÒ FETTARAPPA
Solo quando lavoro sono felice
di e con Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa
residenza produttiva Carrozzerie | n.o.t
produzione La Corte Ospitale
con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna, Ferrara Off APS
menzione speciale Forever Young 2021/2022 – La Corte Ospitale
Durata: 60 minuti senza intervallo
Un altro tema urgente del contemporaneo: il rapporto tra lavoro e felicità, affrontato con un linguaggio transgenerazionale da Maragoni e Fettarappa in qualità di scrittori e interpreti. Con la lucidità drammaturgica e performativa che li contraddistingue si interrogano sul ruolo che ha il lavoro nelle nostre vite. È una parte della vita o è la nostra vita stessa? Quanto ci definisce il lavoro? Chi siamo fuori dal lavoro? Quanto riesci a resistere in una conversazione prima di chiedere all’altra persona “E tu nella vita che fai?”. I confini tra lavoro e vita sono sfumati: il nostro sé è definito in buona parte dal lavoro che facciamo. E quello che facciamo, lo facciamo sempre, siamo operativi tutto il giorno, tutti i giorni. Dopo il precariato, la nuova frontiera tossica del lavoro corrisponde a uno stato continuo di autosfruttamento, difficile da riconoscere e da interrompere.
In scena, Niccolò e Lorenzo parlano dei loro rispettivi capi: Niccolò e Lorenzo. Ma in scena ci sono anche i rispettivi capi di Niccolò e Lorenzo: Niccolò e Lorenzo, che parlano di Niccolò e Lorenzo. Una conversazione sul lavoro, sulla vocazione, sui soldi, sul capitalismo, sul tempo di vita e il tempo di lavoro, sui pranzi con se stessi, sulla disperazione.
Due giovani autori e interpreti hanno deciso di entrare nel dibattito in scivolata, con il tempismo dei comici in ascolto della realtà e con la forza deflagrante di una libertà compositiva difficilmente etichettabile.
Andrea Pocosgnich, Teatro e Critica
Niccolò Fettarappa
(1996) è un autore, attore e velociraptor italiano. Si laurea in Filosofia ed esordisce a teatro con Apocalisse Tascabile, di cui è autore, regista e interprete.
La Sparanoia. Atto unico è il suo secondo lavoro, di cui è autore e interprete. Non viaggerà mai in classe business.
Lorenzo Maragoni
(1984) attore, regista, autore e poeta. Dopo il dottorato di ricerca in Statistica, si dedica al teatro. Dal 2018 è attivo nel circuito del poetry slam italiano, di cui è campione mondiale. Ha una probabile dipendenza dagli scacchi online.
Assieme hanno pubblicato nel 2025 per edizioni Tlon Showpero, un’esilarante e amara performance teatrale travestita da saggio, un atto di dissacrazione travestito da manifesto.
Biglietti
Platea e palchi I ordine: Unico €14
Galleria, palchi II ordine e loggione: Unico €12
Orario
6 Marzo 2026 21:00(GMT+01:00)
Aprile 2026
ven10apr21:00BravePaola Bianchi, Valentina BravettiTeatro Civico21:00(GMT+02:00)
Informazioni
Teatro Civico FESTIVAL DANZA IN RETE FUORI ABBONAMENTO PAOLA BIANCHI VALENTINA BRAVETTI Brave concept e coreografia Paola Bianchi creato e danzato da Valentina Bravetti e Paola Bianchi suono Stefano Murgia disegno luci Paolo
Informazioni
Teatro Civico
FESTIVAL DANZA IN RETE
FUORI ABBONAMENTO
PAOLA BIANCHI
VALENTINA BRAVETTI
Brave
concept e coreografia Paola Bianchi
creato e danzato da Valentina Bravetti e Paola Bianchi
suono Stefano Murgia
disegno luci Paolo Pollo Rodighiero
collaborazione artistica Roberta Nicolai
realizzazione costumi Liana Gervasi
direzione tecnica Luca Giovagnoli
organizzazione: Elisa Nicosanti
un ringraziamento speciale a Davide Fabbri, Luca Giovagnoli, Giacomo Calli
residenza artistica Santarcangelo dei Teatri
si ringrazia: Societas Teatro Comandini in Cesena, AtelierSì
produzione Città di Ebla / Festival Ipercorpo
coproduzione PinDoc
con il contributo di MiC, Regione Emilia-Romagna, Comune di Forlì
Durata: 50 minuti senza intervallo
Frutto di un lungo lavoro di ricerca intorno al tema della compresenza di due corpi diversi per abilità e percezione, di un’indagine approfondita sulla relazione, sull’accettazione di limiti invalicabili, Brave nasce da un forte desiderio che non mette in azione i soli corpi sulla scena ma una piccola comunità che accoglie e protegge. Non c’è bravura, non c’è coraggio. C’è determinazione e desiderio. Ci sono due corpi che si incontrano: un corpo che torna in scena dopo otto anni di assenza, e un corpo che cerca una nuova modalità di presenza nella scena.
Brave è parte del progetto di ricerca coreografica ELP di Paola Bianchi, un’indagine sulla relazione tra parola descrittiva e danza attraverso la trasmissione via audio di archivi di posture. L’analisi delle figure, nella Deposizione di Rosso Fiorentino, che circondano il Cristo in un balletto di mani e di sguardi è diventata l’asse portante di una parte del lavoro coreografico.
Brave è ethos, logos e pathos, cioè il nesso della comunicazione persuasiva secondo Aristotele. Il corpo si modifica, e noi possiamo farne materiale drammaturgico. Assistiamo a una compenetrazione di gesti e sguardi. Le due performer si sollevano con l’aiuto di corde, e danno lentamente armonia al loro battito d’ali spezzate. Annullano, con la bellezza dei loro corpi fragili e il balletto fluttuante delle loro mani agitate, l’illanguidirsi del tempo. E vincono la forza di gravità che cerca invano di inchiodarle a un tempo inerte.
Vincenzo Sardelli, KLP Teatromatrone
Biglietti
Unico €7
Orario
10 Aprile 2026 21:00(GMT+02:00)
La nuova stagione è in arrivo!
