IL RESTAURO DEL TEATRO CIVICO

Lotto Zero è stato la prima riapertura del Civico dopo anni di chiusura, è stato lo svolgersi di esperienze di teatro vissute e meditate dai cittadini che hanno espresso la loro idea di restauro dopo aver partecipato quali spettatori allo svolgimento di 7 spettacoli (musica, prosa e monologo, memorabile “Polvere” che ha accompagnato il pubblico per mano in giro per tutto il teatro).

La linea fondamentale che la Commissione per il restauro del teatro si è data è stata quella di mantenere la rovina di stucchi, dipinti, decorazioni e di fermarla allo stato in cui noi l’abbiamo trovata. Non per mero amore del degrado ma, al contrario, con l’intento di dar maggior valore alla memoria senza sovrapposizioni e mescolanze tra vecchio e nuovo.
Il teatro doveva essere dotato di tutti quegli elementi tecnici per permettere un buon livello di comfort termico da una parte e, dall’ altra, di tutte le dotazioni scenotecniche per conferirgli molteplicità e flessibilità di utilizzo. Inoltre doveva essere prestata la massima attenzione per rispettare l’acustica del teatro.
Ogni scelta operata, ha cercato di non scostarsi mai troppo dagli obiettivi fissati in partenza.

L’impianto originario del complesso storico è costituito da 3 corpi di fabbrica: foyer-sala Calendoli; platea con due ordini di palchetti, galleria e loggione ed infine palcoscenico. Il progetto ha mantenuto lo scheletro formale e ne ha aumentato le potenzialità adeguandole alle molteplici esigenze del contemporaneo.
La macchina teatrale permette di avere diverse configurazioni dello spazio e del rapporto tra spettatore e attore: oltre a quella classica con palcoscenico sopraelevato di 108 cm rispetto alla platea, sarà possibile avere un assetto con platea allo stesso livello del palcoscenico (inizialmente prevista con sistema elettromeccanico tipo spira-lift, poi realizzata, per motivi di budget, con sistema manuale). Non è stato possibile attuare l’idea di Lotto Zero di avere un palcoscenico a singoli moduli mobili, ma tale configurazione potrà essere ottenuta sovrapponendo piattaforme praticabili ad assetto variabile.
Sono stati ricavati due volumi interrati, uno fuori sedime storico, in stretta adiacenza a questo; l’altro interno al teatro al di sotto dello spazio scenico e della fossa orchestrale. Nel primo sono allocate tutte le centrali tecnologiche relative agli impianti meccanici ed elettrici. Nel secondo trovano deposito temporaneo gli apparati scenotecnici e le sedute amovibili.
Le dotazioni del palcoscenico, quali camerini e scale di servizio, già definite nel progetto originario di Ferruccio Chemello, sono state riqualificate mantenendo inalterata la distribuzione ai piani e l’affaccio sul palcoscenico, funzionale agli addetti alla macchina scenica.
È stata realizzata una nuova graticcia (l’originale era andata distrutta nel crollo del 1985) ed una passerella aerea tesa tra le barcacce oltre l’arco scenico anch’essa attrezzata da dispositivi scenotecnici. Il sistema si completa con le americane nascoste nelle nicchie del nuovo soffitto della platea.La metodologia d’intervento sull’apparato decorativo del bene culturale ha declinato le tre fasi di pulizia, consolidamento e protezione.

Coerenti con lo spirito di Lotto Zero il restauro è stato condotto seguendo il criterio di fissare il palinsesto stratigrafico senza ricostruire apparati, plastici e pittorici, che sono andati nel tempo in gran parte perduti. Uniche eccezioni i lacerti del dipinto dell’arco scenico, gli stucchi e le dorature del boccascena, le decorazioni a festone della cavea teatrale.

Le scelte cromatiche sono coerenti con i pigmenti e le saturazioni storiche. Il carattere contemporaneo dello spazio teatrale è stato marcato con l’impiego di cromie e di tecniche proprie del moderno. Il nuovo controsoffitto impostato al di sopra della platea, palchetti, galleria e loggione è stato realizzato con tecnica a spatolato semilucido e pigmento che unisce il calore della porpora al nerofumo. I nuovi intonaci parietali a base calce nella cornice del dipinto dell’arcoscenico sono stati trattati con impacchi umidi di carta da giornale.

L’ illuminazione generale della sala proviene dalle americane nel soffitto della platea e quella dei palchetti da feritoie praticate nel controsoffitto.

Il telaio in cemento armato realizzato tra il 1907 ed il 1909 con brevetto Hennebique e i relativi orizzontamenti sottili sono stati consolidati con tecniche poco invasive a base di nastri in fibra al carbonio e aramidica su travi e solai, e con scarifiche dei solai e rinforzo con getto di soletta collaborante. Tali tecniche hanno permesso di mantenere il più possibile inalterati spessori e tipiche sagome geometriche.

Il complessivo miglioramento sismico del complesso strutturale ha reso necessario il consolidamento e la parziale sostituzione/integrazione delle travi/capriate di copertura ed il controvento della scatola muraria con tiranti metallici.
L’intero complesso teatrale è stato adeguato alle normative di prevenzione incendi sia in termine di percorsi ed uscite di emergenza che di sistemi attivi e passivi. La sicurezza contro le cadute nel vuoto di spettatori è stata ottenuta con nuovi parapetti metallici.

L’involucro è stato oggetto di un parziale intervento di miglioramento energetico ottenuto con contropareti interne, funzionali alla mascheratura di impianti a parete e con la realizzazione di nuovi serramenti.
La climatizzazione degli spazi teatrali è garantita da un complesso impianto aeraulico combinato ad un sistema radiante a parete e soffitto a bassa temperatura. In platea ed in galleria, struttura del pavimento ed impianto si integrano nel plenum, guscio-polmone che ha il compito di immettere aria a bassissima velocità attraverso griglie a pavimento. È stato mantenuto e meccanizzato il sistema di raffrescamento del teatro attraverso le aperture ovali del controsoffitto della platea che permettono di sfruttare i benefici portati dalla brezza del Pasubio.

Video del teatro prima del restauro: Old CiV
Video di Lotto Zero: Lotto Zero
Video del restauro: Un fatto Civico